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Bolzano, 3 ottobre 2020

Tre anni fa ebbi modo di vedere una foto che ritraeva Toni Bassato ed Adriano Lancetti accanto alla “Colonna Mozza” di quota 2106 del luogo simbolo degli Alpini: Monte Ortigara. Mi sono reso conto di una grave lacuna nella mia vita di Ufficiale appartenente ad una prestigiosa specialità delle Truppe Alpine: il Genio Alpino. Non avevo mai percorso quelle aspre crode né avevo onorato la memoria di migliaia di giovanissimi caduti nel giugno 1917 in quel luogo diventato il Calvario degli Alpini.
Ne parlai con Toni Bassato e la cosa finì lì. Presi entrambi da impegni di lavoro e familiari non siamo riusciti ad organizzare l’escursione. Alla fine di luglio di quest’anno, ricevo una cortese telefonata da Toni che mi chiede quale giorno per me fosse possibile andare con Lancetti sull’Ortigara. La mia emozione fu grande e decisi che ai primi di settembre la cosa poteva essere realizzata.
La notizia di questo incontro si diffuse rapidamente sulla chat e ci furono molte adesioni . Lasciammo sedimentare la cosa per alcuni giorni ed infine si formò un gruppo di 18 persone molto motivate ed emotivamente coinvolte.
Il programma prevedeva l’incontro la sera prima a Gallio (VI) ove la maggior parte di noi pernottò.
Nell’emozione di effettuare l’escursione, decisi che dovevamo rendere la giornata particolarmente importante dando un significato a noi ed alle migliaia di giovani che lì avevano perso la vita o ne erano usciti mutilati nel corpo e nello spirito. Acquistai una bandiera e la divisi in 18 pezzi su cui segnai i nomi dei partecipanti . Avrei consegnato ad ognuno, alla partenza , il proprio pezzo invitandoli a pensare, durante il percorso in ascesa , a coloro che 103 anni prima avevano percorso quel sentiero per arrivare al fronte , nelle trincee che in posizione sfavorevoli fronteggiavano le truppe austriache. Mentre noi con tranquillità avremmo salito quei 400 m. di dislivello il pensiero avrebbe dovuto correre a loro ed ai loro pensieri che turbinavano nelle loro menti: i genitori, la casa la fidanzata o moglie e figli!! Giunti così alla vetta , sotto la colonna mozza avremmo ricucito i vari pezzi e ricostituito la bandiera!!Ciò avrebbe significato un’unità ideale tra noi e tutti i caduti che avevamo onorato con il nostro pensiero e vicinanza.
Questa cosa fu illustrata la sera prima della partenza e furono distribuiti i vari pezzi mentre per coloro che ci avrebbero raggiunti dopo, l’operazione sarebbe avvenuta il giorno appresso. Da un punto di vista meteorologico la giornata si mostrava in tutta la sua magnificenza: non vi era una nuvola e la temperatura, gradevole, avrebbe agevolato la salita. Con puntualità partimmo da Gallio alle 07.00 del mattino ed in colonna , in poco meno di un’ora, raggiungemmo il piazzale Lozze, base di partenza del sentiero n.840. Tutti eccitatissimi e carichi come delle molle, dopo le foto di rito, ligi alle norme COVID (mascherina indossata!), ci incamminammo per arrivare al rifugio Cecchin ove il gruppo ANA di Marostica ci attendeva per procedere alla cerimonia dell’alzabandiera.
Il gruppo di Marostica ci avrebbe preparato dei panini per rifocillarci dopo l’escursione stessa.
Tenendo le dovute distanze ci siamo incamminati con me in testa e Frattini a fare da ufficiale di coda. Dopo circa 2 ore siamo arrivati in vetta dopo aver attraversato le trincee italiane ed austriache osservando direttamente l’incongruità della loro posizione e dei motivi di quella carneficina che definì il Monte Ortigara il “Calvario deli Alpini”!

Con sorpresa arrivati alla “colonna mozza” trovammo un gruppo della Sezione ANA di Milano con relativo labaro ed un drappello di ufficiali in congedo che avevano svolto il loro servizio alla Scuola Militare Alpina di Aosta. Avevano al seguito una corona da porre ai piedi della colonna in quanto quello era il giorno in cui ricorreva il 100°anniversario della posa del monumento: 5 settembre 1920. Al seguito avevano persino un giornalista della sede regionale della Val d’Aosta di RAI 3. Ovviamente fummo inclusi in questa cerimonia organizzata sul posto in modo semplice e significativo. A me , con grande onore, fu offerta la possibilità, assieme al capo sezione ANA di Aosta, di deporre la corona alla base della colonna . Assieme alla corona della Scuola Militare, abbiamo reso omaggio ( una corona con foto) anche allo zio di Estelio Spatti : STEFANO SPATTI disperso il 15 giungo 1917 (nel pieno della battaglia!!)proprio in questi posti. Di lui non si è mai saputo nulla , probabilmente colpito in pieno da un colpo di artiglieria.
Un emozione indescrivibile ed un nodo mi chiudeva la gola ed il brivido di tensione mi scorreva lungo la schiena.
Abbiamo avuto il tempo di ricucire insieme i pezzi della bandiera che dopo la foto di rito è stata consegnata a Daniela Bassato affinchè provvedesse ad una cucitura più stabile per consentire una sua conservazione da parte del nostro Angelo Rizzato che era presente in spirito con un sasso portato da me nello zaino e depositato alla base della” colonna mozza”.
Il rientro al rifugio Cecchin è avvenuto attraverso un percorso più disagevole passando per un tratto impervio da cui si vedeva la Valsugana con Strigno. Il paesaggio del tipo carsico ci faceva più timorosi nel cammino, data anche l’età non proprio “giovane”.
Un giusto ristoro ha concluso con allegria e consapevolezza la giornata che prima della partenza ha avuto un momento delicato ed intenso . Il caro Angelo Frattini ha letto alcune lettere di suo nonno durante la 1^ guerra alla moglie.
Più uniti e consci della splendida giornata sotto tutti gli aspetti ognuno ha ripreso la strada verso la propria casa ed i propri cari.

Renato Pagano


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